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Federazione Motociclistica Italiana

(fonte sito ufficiale FMI)

LA FMI COME ISTITUZIONE
Per meglio descrivere i compiti della Federazione Motociclistica Italiana è utile riportare l' art. 3 dello Statuto dell'Ente, relativo a "Scopo e attribuzioni":
"La FMI rappresenta e cura gli interessi generali del motociclismo e del ciclomotorismo italiano. A tale scopo la FMI:
1)
studia i problemi motociclistici e promuove, in relazione ad essi, la diffusione della conoscenza tecnico-motociclistica, promuove e disciplina l'attività sportiva e ogni altra manifestazione motociclistica e ciclomotoristica, esercitando i poteri sportivi che gli derivano dal Coni e dalla FIM;
2) promuove e favorisce lo sviluppo del turismo motociclistico e ciclomotoristico;
3) formula proposte e collabora con le Pubbliche Amministrazioni per l'emanazione di provvedimenti idonei a favorire lo sviluppo e la diffusione del motociclismo, per lo studio e la soluzione dei problemi relativi alla rete stradale ed alla disciplina della circolazione;
4) promuove ed attua forme di assistenza giuridica, tecnica, didattica assicurativa e ogni altra forma di assistenza utile agli interessi degli utenti dei motoveicoli ed allo sviluppo delle attività motoristiche;
5) collabora per il perseguimento delle finalità statutarie con l'industria motociclistica e con quella costruttrice di accessori;
6) cura ed assiste i proprietari di moto storiche tutelandone i diritti ed istituendo e conservando anche un apposito registro delle moto stesse;
7) promuove ed attua tutte le iniziative volte alla propaganda del valore sociale e sportivo del motociclismo ed alla diffusione dell'educazione stradale fra gli utenti.”
 
LE SPECIALITA’
Le specialità tipiche gestite dalla
Federazione Motociclistica Italiana sono: Velocità, Motocross, Enduro, Motorally, Trial, Speedway, Motoslitte e Supermoto. A queste si affiancano anche delle discipline accessorie, quali Mototurismo, Moto d’Epoca ed Educazione e Sicurezza stradale.

LA STORIA
storia02.jpgLa Federazione Motociclistica Italiana nasce ufficialmente, con questa denominazione, nel 1946. Tuttavia, la sua attività inizia già nel 1911, con la nascita del Moto Club Italia. Il panorama motociclistico italiano comincia a svilupparsi alla fine del XIX Secolo, con la diffusione dei primi veicoli a motore. Questo sviluppo interessa, in maniera particolare, il Nord d’Italia, sicuramente più industrializzato rispetto alle regioni centro – meridionali. Allo stesso modo, anche l’organizzazione delle prime competizioni inizia con qualche anno di anticipo. Nel 1899 si svolge una delle prime gare in Italia su un percorso (Brescia – Mantova – Verona – Brescia) di 223 km. Nel 1901 il Club Sportivo Ardire organizza il primo Campionato Toscano. In realtà, nei Campionati Toscani per ciclisti viene inserita una gara riservata ai motociclisti. Tra il 1903 e il 1904, nascono tre Moto Club molto importanti che hanno avuto un ruolo fondamentale nella costituzione del Moto Club d’Italia. Si tratta del Moto Club Como 1903, dell’ Unione Sportiva Leonessa d’Italia e del Moto Club Firenze. Questa situazione, tuttavia, evidenzia un problema di natura organizzativa. La presenza di diversi sodalizi sparsi sul territorio, infatti, dà luogo a gare con regolamenti l’uno diverso dagli altri. Da qui nasce l’esigenza di creare un organismo super partes che dia uniformità al settore sportivo, capace di stabilire delle regole e di farle rispettare. 
Nel 1904, un gruppo di appassionati milanesi si riunisce all’Automobile Club di Milano. Le attività motociclistiche vengono organizzate a livello nazionale, viene stilata la bozza dello Statuto e nasce ufficialmente il Moto Club d’Italia. La mancanza di fondi e un ridotto numero di moto in circolazione, tuttavia, determinano un’ attività organizzativa alquanto scarsa. La conseguenza più immediata è la contestazione di alcuni soci torinesi nei confronti di quelli milanesi, e la candidatura dei soci torinesi alla gestione diretta delle attività motociclistiche in Italia. Il gruppo torinese riesce ad acquisire il titolo di Moto Club d’Italia ma, dopo appena due anni, lo stesso viene sciolto a seguito di contestazioni.
Il 29 Aprile 1911 c’è la nascita ufficiale del Moto Club d’Italiagrazie all’impegno di Oreste Togni, viene approvato lo Statuto e la scelta della sede federale ricade su Milano.
La funzione principale del Moto Club d’Italia si evince chiaramente dall’art. 1 dello Statuto del 1911: “Il Moto Club d’Italia si è costituito per dare allo sport motociclistico un’organizzazione uniforme e un regolamento unico che ne disciplini tutte le manifestazioni”. Per celebrare la costituzione del Moto Club d’Italia viene organizzata la “Festa della Velocità” sulla pista milanese del Trotter. L’evento richiama ben 5.000 spettatori, e la Gazzetta dello Sport, promotrice della corsa, scrive a riguardo: “Alla manifestazione di oggi si accorre come ad una festa e se ne ritorna con l’animo pieno di contento: è segno dunque che la civiltà fa la sua strada. E se qualche lieve pregiudizio rimane ancora, sbarazziamolo dalla mente di ognuno, poiché lo sport della motocicletta, come nell’odierna competizione, deve essere, se non la più grande conquista, l’abbellimento più perfetto della moderna civiltà”. storia01.jpg
Il primo Campionato Italiano su strada viene organizzato l’8 ottobre 1911, sul percorso Percorso Sesto San Giovanni – Lecco – Colico – Sondrio – Passo dell’Aprica – Edolo – Lovere – Bergamo – Crescenzago, per un totale di 314,6 km, da percorrere in un tempo massimo di 7 ore.
Tre anni dopo, nel 1914, si tiene il primo Show Internazionale di Milano, in cui vengono presentate numerosissime proposte di costruttori internazionali. Nello stesso anno esordisce la prima rivista motociclistica nazionale (Motociclismo).
Nel 1929, il Moto Club d’Italia subisce le prime modifiche. La sede federale, infatti, viene trasferita a Roma. Nel 1932, cambia anche la sua denominazione, che diventa Reale Moto Club d’Italia. Il contesto storico italiano non può non influenzare il movimento sportivo italiano e, di conseguenza, anche il motociclismo. Come reazione agli sviluppi della guerra in Etiopia, si decice di abolire le terminologie inglesi. Il Reale Moto Club d’Italia diventa Reale Federazione Motociclistica Italiana, e i Moto Club assumono la denominazione di Associazioni Motociclistiche. L’Italia entra in guerra, e l’attività sportiva viene quasi totalmente sospesa. A seguito della caduta del fascismo il Coni, e con esso anche la Reale Federazione Motociclistica Italiana, si spostano da Roma a Venezia. La svolta si avrà nel 1945, quando vengono gettate le basi per un cambiamento importante e definitivo. L’Assemblea di Montecatini del 1946 porta alle seguenti decisioni:
- Viene deciso un ulteriore cambio di denominazione che, da Reale Federazione Motociclistica Italiana, diventa l’attuale Federazione Motociclistica Italiana;
- Milano viene scelta come sede federale (nell’apposita votazione si registrano 59 voti favorevoli e 23 voti contrari)
Nel 1949 viene organizzata la prima gara di motocross presso la Collinetta Acque Minerali a Imola e, nell’anno successivo, viene istituito il Trofeo Italiano di Motocross. Nel 1964, la sede federale torna a Roma, per poi restarci fino ad oggi.
  
LA FMI OGGI
motociclisti.jpgLa Federazione Motociclistica Italiana è attualmente attiva su molti fronti, sia dal punto di vista sportivo che dell’utenza. A seguire, alcune delle più significative.
- Il progetto “Maglia Azzurra” riunisce sotto un’unica bandiera (nonché sotto un’unica maglia e un unico colore) tutte le Nazionali di specialità impegnate nelle manifestazioni mondiali a squadre, quali i Trofei delle Nazioni e la Sei Giorni di Enduro.
- Vengono organizzati Corsi di Guida su strada e in pista. L’obiettivo è contribuire alla formazione di un motociclista moderno e consapevole, dotato di uno stile di guida sicuro e rispettoso del Codice della Strada, senza dimenticare il piacere di andare in moto.
- Sono attivi due Centri Tecnici di Allenamento: a Polcanto e a Lommel (Belgio) per promuovere e sviluppare l’attività sportiva, anche dal punto di vista scientifico, grazie agli studi realizzati ed applicati dall’Equipe Scientifica del Settore Tecnico Federale.
- L’attività degli atleti più giovani è tutelata attraverso la S.A.E. (Scuola di Avviamento all’Enduro) e la S.A.T. (Scuola di Avviamento al Trial). Entrambe le scuole hanno la finalità di avvicinare i più giovani, dai 7 anni in su, all’enduro e al trial. Attraverso incontri organizzati in diverse zone d’Italia, ai ragazzi vengono messi a disposizione gratuitamente mezzi e dotazioni idonei per mettersi alla prova nelle due discipline.
- Dal 2007 la FMI concede il patrocinio a due progetti (HIRP e NSF100 Junior Trophy) realizzati da Honda Italia per i ragazzi di età compresa tra i 9 e i 13 anni, mentre nel 2008 si è conclusa la prima parte del progetto triennale Junior GP, iniziato nel 2006 in collaborazione con Aprilia, che ha visto coinvolti oltre 700 ragazzi di età compresa tra 13 e 16 anni.  
- Il tutto senza trascurare gli aspetti istituzionali, che vedono la FMI in continuo confronto con le Autorità, ad ogni livello, per la tutela degli utenti della strada.
 
 
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